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Redazione IDA

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Roberta Fadda ASI IDA

Roberta Fadda, segretario generale IDA (International Dance Association), è stata nominata responsabile regionale per l’Emilia-Romagna ASI del settore Danza. L’incarico, arrivato all’inizio di febbraio, le è stato conferito, ai sensi dell’articolo 33 dello statuto dell’Ente di promozione riconosciuto dal CONI, direttamente dal responsabile nazionale ASI per la danza Mvula Sungani, coreografo, regista e autore televisivo italiano dalla lunga carriera e dalla comprovata fama internazionale.

“Come responsabile artistica del Concorso Expression e segretario generale IDA sono orgogliosa di ricevere questo importante incarico; ringrazio sentitamente ASI per la fiducia che mi ha accordato”, commenta a caldo Roberta Fadda, che aggiunge: “Mi impegno a svolgere il mio compito nel migliore dei modi, consapevole dell’importanza del ruolo ai fini della divulgazione e della promozione dell’intero mondo della danza”.

Da tutto il team IDA, tanti auguri di buon lavoro alla nostra Roberta!

Come cambia il concetto di autorialità dai primi del Novecento ad oggi? Lo abbiamo chiesto a Carmelo Zapparrata, giornalista e critico di danza, docente di DanzAutore contemporaneo durante la prima settimana del corso finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato grazie alla collaborazione tra IDA International Dance Association, Associazione Culturale Cantieri Danza, Iscom E.R e Compagnia Nervitesi progetti di teatro e danza.

“Agli inizi del secolo scorso – spiega Zapparrata -, con i primi esperimenti di Danza Moderna, si intraprende un percorso esplorativo volto alla codifica delle emozioni interiori più intime, così da farle emergere all’esterno e comunicarle al grande pubblico. Nella seconda metà del secolo il concetto di autorialità assume invece un significato differente, intraprendendo una sorta di percorso inverso volto alla ricerca del modo migliore di esprimere come il mondo esterno si rifletta nel corpo e nella mente del performer”.

La capacità del autoriale di lavorare con il corpo e plasmarne il movimento nello spazio è dunque il filo rosso che connette un’infinita serie di rivoluzioni che hanno caratterizzato il cosiddetto ‘Secolo breve’. Ma ad oggi? “In questi primi due decenni del nuovo millennio – chiarisce il critico - si è seguito un percorso differente, meno drastico rispetto alle rotture tipiche del passato. Il miscelarsi di culture diverse, dopo le recenti ondate migratorie, ha portato alla scoperta di tradizioni e folklori differenti che hanno portato ad un’evoluzione in termini innovativi e non rivoluzionari”, conclude Zapparrata.

Ad un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo della fatturazione elettronica (vedi news sulle novità contabili) sono finalmente chiari alcuni punti dapprima causa di dubbi e preoccupazioni per le ASD/SSD in regime L.398/91. Uno su tutti è quello relativo alla disposizione specifica sulle sponsorizzazioni, e alla sua successiva abrogazione, che costituiva uno dei passaggi più critici: la possibile introduzione del regime di inversione contabile (o reverse charge) per la fattura emessa dallo sponsor, paventava infatti il rischio per le ASD/SSD di non poter trattenere il 50% dell’IVA.

Ad oggi, valutate le varie interpretazioni e difficoltà pratiche e alla luce delle risposte fornite dall’Agenzia delle Entrate, è asseribile senza indugi che lo sponsor debba emettere la fattura elettronica per conto dell’associazione (art.1 comma 3 del D.Lg.vo 5/8/2015 n.127 con la legge di conversione 17/12/2018 n.136), le regole di registrazione e liquidazione non cambiano (la fattura sarà attiva per l’associazione e passiva per il cliente), ma non si tratta di un obbligo; nulla vieta infatti che l’ASD emetta autonomamente la fattura elettronica. È dunque chiaro che non si applica il regime di inversione contabile ma che si espone l’IVA sul documento, potendo quindi trattenere il 50% dell’imposta.

Fatta luce su questo aspetto, resta l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le ASD con ricavi superiori ai 65.000 euro (il limite è riferito ai soli ricavi commerciali e non a quelli istituzionali) mentre sono esonerati da tale vincolo i soggetti con ricavi inferiori alla suddetta soglia, anche se nulla vieta loro di adottare questa nuova forma di contabilizzazione. La fatturazione nei confronti della Pubblica Amministrazione è invece obbligatoria in versione elettronica per tutti i soggetti IVA.

Infine, l’interpretazione letterale della norma sembra esonerare le ASD con fatturato (da ricavi commerciali) inferiore a 65.000 euro anche rispetto al ciclo passivo (fatture di acquisto). Tuttavia, per una miglior rendicontazione delle proprie attività, il consiglio generalmente diffuso tra i commercialisti è quello di registrare la propria PEC o il proprio Codice SDI sul portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia dell’Entrata, così da poter ricevere e consultare, in via prudenziale e a maggior tutela dell’associazione, tutte le fatture di acquisto ricevute.

 

 

 

 

“Il gruppo è eterogeneo in termini di età e background, con aspettative molto differenti tra loro. Ci sono giovani danzatori alla prima esperienza da coreografi ed insegnanti dalla comprovata maturità; il loro modo di vivere questo percorso è completamente diverso: chi lo interpreta come un viaggio di scoperta, chi invece come un cammino di crescita delle proprie competenze autoriali”. È questa l’impressione di Nicola Galli, affermato danzautore e docente di “Sviluppo del linguaggio coreografico” durante la prima settimana del corso DanzAutore Contemporaneo, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato grazie alla collaborazione tra IDA International Dance Association, Associazione Culturale Cantieri Danza, Iscom E.R e Compagnia Nervitesi.

“Da parte mia - aggiunge il giovane artista, vincitore del prestigioso premio Danza&Danza 2019 - ho cercato di avere un approccio diretto: sono entrato in sala con ‘una valigetta degli attrezzi’ e ho provato a trasferire ai presenti gli elementi di base che caratterizzano il mio personale linguaggio artistico, compresi quelli che concorrono a definire la metodologia attraverso la quale pianifico e confeziono uno spettacolo. Insomma, ho dato loro una serie di strumenti volti a comprendere le varie tipologie di linguaggio così da sviluppare un proprio percorso artistico”.

La crescita autoriale di un ballerino non è un’evoluzione scontata, Nicola Galli lo sa bene: “A volte è complicato trovare la propria strada identitaria e molti dei partecipanti al corso, soprattutto tra i più giovani, si sono chiesti se la via intrapresa fosse quella giusta per loro. La risposta non si può sapere, è ancora troppo presto. Le mie lezioni però hanno suscitato un certo ‘sano sconvolgimento’ e fascino; questo non può che farmi piacere. Sono inoltre rimasto positivamente colpito dal sentimento di gratitudine che ho avvertito per aver condiviso tutti gli aspetti del mio lavoro, professionali e personali”, ha aggiunto il danzatore esperto nella ricerca corporea declinata in azioni che spaziano dalla coreografia alla performance fino all'installazione e all’ideazione grafico-visiva, che conclude: “Sono curioso di vedere come il loro percorso di DanzAutore proseguirà e si evolverà!”.

 

È iniziato la scorsa settimana a Ravenna, nelle aule del Centro Studi La Torre, il percorso di alta formazione dei nuovi linguaggi coreografici, DanzAutore Contemporaneo, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato grazie alla collaborazione tra IDA International Dance Association, Associazione Culturale Cantieri Danza, Iscom E.R e Compagnia Nervitesi progetti di teatro e danza.

“Una settimana intensa e produttiva in cui si sono cominciate a delineare le diverse entità (personalità) dei ragazzi”, rivela la tutor del corso Carla Rizzu, coreografa e fondatrice del gruppo Nervitesi.

“L’obiettivo del percorso è duplice: da una parte l’idea è portare avanti un confronto con professionisti affermati nel settore, per un ‘viaggio’ di esplorazione del loro personale background e linguaggio coreografico; dall’altra l’intenzione è fornire agli allievi i giusti strumenti per costruire e sviluppare il proprio processo creativo”, spiega la coreografa.

“Già in questi primi giorni di lezione – conclude Rizzu - si sono raccolti i primi frutti: il percorso formativo che abbiamo pensato è preciso e studiato nei dettagli e dunque abbiamo ben chiaro dove ci porterà. L’attività didattica, tuttavia, è un processo dinamico che può svilupparsi secondo diverse sfumature per cui il modo in cui ci si arriverà è in continuo divenire; per ora abbiamo acceso la macchina, individuato la mappa stradale e siamo partiti”.
Così il progetto nelle parole di Francesca Serena Casadio di Cantieri Danza e responsabile del corso: “Come elementi centrali per il corso di alta formazione per danzAutori, noi Cantieri Danza abbiamo posto, assieme al gruppo di lavoro, una condizione fondamentale, ovvero di svilupparlo in un tempo lungo che permettesse la trasmissione di strumenti e l’opportuna sensibilità per entrare in risonanza con le proprie competenze, riconoscerle e metterle a fuoco insieme alla consapevolezza dei propri mezzi. Abbiamo voluto rompere la consuetudine della formazione laboratoriale con tempi contingentati, che nella maggior parte dei casi dà solo la possibilità al maestro di trasmettere i codici agli allievi. Un percorso complesso che vede la partecipazione di diversi docenti coinvolti per indagare con cura i tanti aspetti della creazione corporea”.

La routine settimanale dei partecipanti al corso si costituisce di quattro giornate affidate di volta in volta alla didattica di un diverso esperto del linguaggio coreografico e la giornata del venerdì, in cui alla lezione di Anatomia Esperienziale in Movimento tenuta da Rita Valbonesi (osteopata, fisioterapista, insegnante di danza, insegnante di yoga) segue un approfondimento teorico.

I docenti della prima settimana sono stati Nicola Galli, giovane danzautore esperto nella ricerca corporea declinata in azioni che spaziano dalla coreografia alla performance fino all'installazione oltre all'ideazione grafico-visiva, e Carmelo Zapparrata, critico di danza, che ha affrontato il tema dell’evoluzione del ‘concetto di autorialità’ dai primi del Novecento ad oggi.

 

 

 

IDA è orgogliosa di ospitare nelle storiche aule del Centro Studi La Torre di Ravenna (via Paolo Costa 2) le audizioni della Salzburg Experimental Academy of Dance - SEAD.

Unica tappa italiana del Centro di formazione austriaco per danzatori e coreografi contemporanei fondato, nel 1993 da Susan Quinn, le selezioni sono in programma nel pomeriggio di sabato 16 febbraio (le registrazioni si apriranno alle 14.00 mentre le audizioni avranno inizio alle 15.00). Per chi volesse partecipare il form di iscrizione è disponibile online sul sito della Accademia, al seguente link.

https://fs23.formsite.com/SEAD/form33/index.html?1542729391270 

Le audizioni sono aperte ai vari percorsi formativi: Artist in Process, quattro anni di formazione universitaria in Danza contemporanea, e Artist in Practice, corsi post-laurea per ballerini professionisti (Bodhi Project) e coreografi (ICE).

I partecipanti selezionati dovranno poi affrontare una seconda ed ultima audizione a fine maggio nella sede Sead di Salisburgo (19-23 maggio per il corso di laurea e il percorso ICE; 26-28 maggio per gli aspiranti allievi del corso Bodhi Project).

Il tour mondiale delle audition Sead è iniziato il 12 gennaio a Seoul e ha fatto tappa il 19 a Tokyo. I prossimi appuntamenti in programma sono: il 2 febbraio a Oslo, il 3 ad Helsinky, il 15 a Tel Aviv e il 16 a Ravenna. Marzo prevede selezioni a Berlino (2 marzo), Barcellona (9 marzo), New York (9 marzo), Londra (10 marzo), Atene (16 marzo), Bruxelles (23 marzo), Oporto (24 marzo), Budapest (30 marzo) e Rio De Janeiro (30 marzo). Il tour si concluderà a Parigi (7 aprile), Salisburgo (20 aprile) e Vienna (4 maggio). Ancora da confermare le selezioni di Hong Kong e Città Del Messico.

Per arrivare pronti davanti alla commissione Sead, sono previsti diversi workshop di preparazione ‘MoveMentors’ (vedi: https://www.sead.at/index.php/academy/workshops), ovvero settimane di seminari intensivi di studio in vista dell’esame: dal 7 al 12 gennaio con Anna Tenta, dal 18 al 23 febbraio con Vita Osojnik e dal 15 al 20 aprile (la docenza deve ancora essere confermata).

Per ulteriori informazioni: www.sead.at oppure audition@sead.at

IDA invita a non perdere questa opportunità, unica in Italia, di entrare a far parte della prestigiosa Accademia austriaca e manda un grosso ‘in bocca al lupo’ a tutti gli aspiranti allievi Sead!

 

 

Nato a Milano il 27 dicembre 1937, Roberto Fascilla si è spento ieri tra l’affetto dei suoi cari. Una vita dedicata alla danza, un’arte a cui ha dato tanto e dalla quale ha ricevuto tantissimo: diplomato nel 1956 alla Scuola della Scala, dove di fatto inaugurò i corsi maschili nel dopoguerra, nel 1964 diventò Primo Ballerino del Teatro scaligero e 1969 raggiunse l’apice divenendone Primo Ballerino Étoile. Dagli anni Settanta si è dedicato alla carriera di coreografo e Direttore Artistico; è stato Direttore al Teatro Comunale di Bologna dal 1977 al 1979, Direttore all’Arena di Verona dal 1976 al 1982 e Direttore al Teatro San Carlo di Napoli dal 1990 al 1997. Tra le sue partner si annoverano ballerine del calibro di Vera Colombo, Luciana Savignano, Elisabetta Terabust e la prediletta Carla Fracci, con cui strinse un vero e proprio sodalizio danzando in diverse produzioni curate da Beppe Menegatti. Negli ultimi anni è stato Direttore della Scuola di danza Principessa di Milano, dedicandosi con passione alla didattica, mentre dal 2010 era Direttore Artistico del Premio MAB - Maria Antonietta Berlusconi, che ha seguito con entusiasmo fino all’ultimo.

In queste ore il mondo della danza si sta stringendo attorno alla famiglia Fascilla, IDA unendosi al cordoglio vuole ricordare il Maestro con tre sostantivi che era solito utilizzare come sinonimo di danza: “fatica, gioia e disciplina”, perfetta sintesi del suo insegnamento da perpetuare ai posteri.

 

Nell'immagine: Roberto Fascilla. ©Foto di Erio Piccagliani

 

Sergei Polunin non sarà più Sigfrido nella rappresentazione del Lago dei Cigni in scena all’Opéra di Parigi dal 16 febbraio al 19 marzo prossimi. A prendere tale decisione è stata la direttrice artistica del balletto dell’Opera in persona, Aurélie Dupont, in una lettera ai danzatori della compagnia, resa nota qualche giorno fa, in cui indica i suoi comportamenti come “incompatibili” con i valori della direzione e con quelli del corpo di ballo di cui è responsabile. Il motivo sarebbe riconducibile ad un post, omofobo e misogino, pubblicato da Polunin su Instagram all’inizio del mese di gennaio, in cui incita i ballerini, e gli uomini in generale, ad essere “lupi, leoni e capofamiglia” che devono occuparsi di tutto “gli uomini dovrebbero essere uomini e le donne essere donne. L’energia del maschio e della femmina creano un equilibrio…” e così dicendo, concludendo poi con la massima “È per questo che avete i testicoli”.

La Dupont scrive che, seppur riconoscendo pienamente il talento di Polunin, le dichiarazioni pubbliche di cui è venuta a conoscenza l’hanno scioccata poiché “Non corrispondono ai suoi valori né a quelli della compagnia che rappresenta”.

Contro le parole del ballerino ucraino nazionalizzato russo (con uno spiccato debole per il presidente Putin tanto che se ne è orgogliosamente tatuato il volto sul petto), si sono schierati anche alcuni professionisti dell’Opéra fra cui Adrian Couvez, che, senza mezzi termini, lo ha definito “imbarazzante”. “La nostra compagnia – ha spiegato Couvez - è portavoce di valori di tolleranza e rispetto, quest’uomo non ha nulla a che vedere con noi”, convenendo con la direttrice nel sostenere che “una persona del genere” non potesse esibirsi a Parigi.

Durissima anche la condanna di Eleonora Abbagnato: “Quando si diventa personaggi pubblici – ha dichiarato in merito l’étoile dell’Opera di Parigi e direttrice del corpo di ballo dell’Opera di Roma - bisogna fare attenzione a ciò che si dice o si scrive sui social seguiti da migliaia di fan. Mi auguro che Polunin si ricreda e ritratti la sua dichiarazione. È un ballerino bravissimo, mi sarebbe piaciuto invitarlo anche qui a Roma, ma dopo quello che ha fatto... Una follia anche perché la danza non è più così. E ci danneggia tutti, uomini e donne”.

Quasi incredulo il ballerino russo Vadim Muntagirov, del Royal Ballet di Londra, che ha conosciuto Polunin durante uno spettacolo a Losanna: “È come se avesse due personalità – ha commentato -, sui social diventa irriconoscibile”.

Lapidario, infine, Sir Matthew Bourne, autore del celebre Lago dei Cigni al maschile che chiude l'epica scena dell'iconico Billy Elliot, in un post in cui parla di “carriera finita”.

Polunin purtroppo non è nuovo a questo genere di uscite: provocazioni ed eccessi gli sono valsi il titolo di ‘bad boy della danza’. Questa volta però sembra davvero aver esagerato; la nostra speranza è che ‘il cattivo ragazzo’ lasci al più presto il palcoscenico al ‘genio della danza’ poiché sarebbe davvero un peccato per lui mandare in fumo un’ancora molto promettente carriera e una grave perdita per tutti gli spettatori che non potrebbero più godere del suo incommensurabile talento. Insomma un pesante danno per tutto il mondo della danza.

 

 

 

 

Arrivata a Parigi circa due mesi fa con tanti sogni nella valigia, la 24enne originaria di Trapani Angela Grignano è la giovane ballerina italiana rimasta coinvolta nell’esplosione della panetteria Hubert, al numero 6 di rue de Trévise nel quartiere dell’Opéra, nella mattinata di sabato scorso (nell’incidente sono morte quattro persone: due pompieri, una turista spagnola e una condomina rimasta schiacciata dalle macerie, ndr).

Angela era di turno all'hotel Ibis, dove lavora come cameriera mentre cerca spazi nel mondo dell'arte e dello spettacolo, quando una fuga di gas nel negozio a fianco ha provocato attimi di terrore. Da quell’istante, purtroppo, per lei nulla sarà come prima, poiché rimasta gravemente ferita all’arto inferiore sinistro.

Fortunatamente, scongiurato l’iniziale pericolo di vita, le lunghe operazioni alla gamba sembrano far rientrare anche il rischio di amputazione, come si vociferava nelle prime ore dopo l’accaduto. Il fratello della ragazza, Padre Giuseppe Grignano, parla di un cauto quanto speranzoso ottimismo dei medici.

Non conosciamo personalmente Angela, ma come lei amiamo la danza tanto da averne fatto la nostra professione (noi come giornalisti di settore, lei come ballerina) e sappiamo l’energia che una passione tanto forte è in grado di trasmettere nei momenti difficili. Il destino le ha giocato davvero un brutto scherzo, proprio nel momento in cui stava per spiccare il volo in una città nuova e piena di opportunità; ma sembra averle salvato la gamba… Coraggio Angela, ti siamo vicino!

La sua insegnante, Eleonora Gualano, l'ha definita “una combattente”; la convalescenza non sarà facile ma siamo sicuri che l’amore per la danza e quella stessa determinazione che l’hanno portata nella capitale francese le daranno la forza per reagire. Dalla redazione di Expression i nostri migliori auguri di pronta guarigione.

 

 

L’appuntamento con la danza e Roberto Bolle sembra essere diventato una piacevole tradizione degli italiani per il primo giorno dell’anno, grazie allo show evento di Rai Uno ‘Danza con me’. Un’abitudine particolarmente gradita al pubblico televisivo, confermata dai dati auditel da record: oltre 4 milioni e mezzo di spettatori sono rimasti incollati ai propri televisori rapiti dal talento eccezionale di artisti di caratura internazionale che si sono alternati sul palco mixando sapientemente danza, musica e teatro con un ritmo vivace e mai pesante, guidati dal genio unico dell’étoile dei due mondi.

Nel maxi studio di 1.200 metri quadri dell'ex fiera di Milano si sono esibiti tra gli altri una splendida Alessandra Ferri, con cui Bolle ha interpretato un meraviglioso passo a due, oltre a Polina Semionova (Prima Ballerina del Teatro di Berlino e interprete del sensuale Passage), Melissa Hamilton (Prima Solista al Royal Ballet di Londra), Elisa Badenes (Prima Ballerina del Balletto di Stoccarda), Nicoletta Manni e Virna Toppi (Prime Ballerine del Teatro alla Scala di Milano) e Alexander Riabko (Primo Ballerino del Balletto di Amburgo).

Vincitore del premio Rose D’Or come miglior programma d'intrattenimento a livello europeo nel 2018, ‘Vieni con me’ si è dimostrato un autentico “programma di servizio”, capace di portare la nobile arte coreutica ai non addetti ai lavori con un linguaggio pop e accessibile a tutti. Un semplice obiettivo per lo show (sebbene sulla carta non facile da raggiungere) ma una vera missione per Bolle, perseverata fin dagli esordi con innata umiltà, eleganza ed ironia.
Garbo e pacatezza sembrerebbero fuori moda nella TV moderna ma lo share - pari al 21,3% - smentisce decisamente chi vorrebbe on-air solo urla e litigi. Un interesse che coinvolge anche i giovani, più avvezzi all’uso del web, come dimostra la viralità di video e post legati allo ‘Danza con me’: oltre un milione e mezzo le iterazioni sui social del programma e primo posto del trending hashtag and topics Italia.

Per chi se lo fosse perso, è possibile guardare in streaming lo show integrale sul sito raiplay.it.

 

 

 

 

 

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