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Fusion: contaminazione di danze e musiche

Fusion: contaminazione di danze e musiche

Uno stage IDA comincia sempre da un pensiero, da idee condivise, da unione e da passioni che vengono messe in circolo per creare ogni volta qualcosa in più rispetto alla classica lezione di danza. Attraverso gli stage cerchiamo di portare stimoli nuovi, ma soprattutto cerchiamo di offrire spunti di riflessione dai quali partire per arricchire la propria danza. Crediamo nel potere e nella forza della condivisione, negli scambi proficui e negli incontri. Che belli gli incontri: tra persone, culture e linguaggi. E, come per tutti questi incontri, anche l’incontro tra i diversi tipi di danze ha il potere di favorire scambi e nuove creazioni. Da questo presupposto siamo partiti per costruire il nostro ultimo stage: Fusion.
In un mondo sempre più caratterizzato da contesti multiculturali in continua e veloce evoluzione, siamo ben consapevoli del grande potenziale che questi intrecci possono avere sul piano del processo creativo, in quanto possono valere come vere e proprie matrici di elementi artistici nuovi. Fusion parte da qui, da una lettura del mondo contemporaneo e dal valore che riponiamo nel futuro e nelle future generazioni. Per loro riflettiamo ogni giorno, per loro mettiamo in campo nuove visioni o elementi del passato che vanno inseriti nuovamente in chiave attuale.
Così è nato e con queste premesse ci piacerebbe vederlo crescere: tanti percorsi si sono incrociati a Fusion lo scorso novembre, partendo da un elemento che raramente viene proposto durante gli stage di danza: la musica dal vivo. Abbiamo deciso di riallacciare il legame fondamentale tra la danza e la musica dal vivo per dare modo a danzatori e insegnanti di cogliere dalla fusione di queste due forme d'arte, intrinsecamente legate, l’impulso creativo che da questo legame deriva. Nella profonda connessione che è venuta a crearsi tra i musicisti e gli insegnanti, i danzatori hanno potuto cogliere e sperimentare competenze nuove, visioni che solo l’estrema sintonia tra la musica e la danza dal vivo può creare.
Chi ha partecipato lo sa, chi era presente ha respirato la magia creata dai musicisti del progetto Impactumm, un progetto portato avanti dall’associazione Tumm e che vede nel “ritmo con Segni” la peculiarità del suo percorso: ogni pezzo è unico e creato solo per quel determinato momento di danza. Cinque musicisti: Diego Occhiali alle percussioni, Giulio Bonacina alla tastiera, Lourdes Gonzales Gattorno alla chitarra e Giulia Matteucci la voce del gruppo, tutti guidati dai “potenti segni” di Michele Braguti. “Ritmo con segni” porta infatti in Italia un sistema di segni e gesti codificato che coordina il ritmo e la musica degli elementi del gruppo e che, in questo nostro stage, ha saputo cogliere i messaggi dati dalla lezione e dall’insegnante e li ha comunicati ai musicisti, guidandoli in sapienti costruzioni musicali, nuove, improvvisate.
Così nelle lezioni di Rita Valbonesi i bambini hanno potuto vivere concretamente le vibrazioni dei suoni, durante quelle con Melissa Roda hanno sperimentato nuovi movimenti, in un mix di elementi che combinano danza, elasticità e mobilità. L’improvvisazione in musica ha accompagnato poi le lezioni di Improvvisazione Guidata di Michael D’Adamio, durante le quali i danzatori hanno sperimentato variazioni di intensità e di ritmo, che li portavano a mettersi in gioco con l’altro e con lo spazio circostante, in un rapporto dialogico essenziale nel costruire la performance finale.
Fusion e gli scambi dialoganti di questo stage hanno favorito anche la possibilità, durante le lezioni di Capoeira tenute da Diony De Carvalho, di sperimentare lezioni di musica brasiliana: ciascun ballerino ha potuto approfondire la conoscenza di questa disciplina brasiliana grazie alle basi culturali trasmesse dall’insegnante, grazie alla possibilità di poter suonare i tipici strumenti legati alla Capoeira, come il berimbao, l’atabaque, il pandeiro, il reco-reco e l’agogò. Soprattutto hanno potuto apprendere i passi base della Capoeira, un’arte marziale interpretata come una danza, che porta con sé il peso della storia di schiavitù e liberazione dei popoli sottomessi e che, nella sua spettacolarità e disciplina, ha insita la bellezza della danza e offre spunti e tecniche che possono essere di certa utilità per insegnanti di danza o anche per coloro che intendono offrire elementi alternativi nei corsi dedicati ai piccoli e alle propedeutiche.
Matteo Addino, sempre molto amato, ha arricchito poi l’offerta formativa e ha reso Fusion un momento di crescita tecnica per gli allievi, arrivando a toccare corde emotive fondamentali per chi vorrebbe provare a rendere la danza una professione, ma anche per chi la vive come l’unico mezzo per trasmettere all’esterno anche le sensazioni più intime. Per la prima volta dopo tanto tempo è tornato al Centro Studi La Torre Rimi Cerloj, che attraverso sorrisi e sguardi sereni, ha portato nelle nostre sale insegnamenti e momenti di grande danza.
Fusion è stato questo e forse, per chi l’ha vissuto in prima persona, è stato anche qualcosa di più: nuove visioni, strumenti utili per nuovi approcci alla danza.

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