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Le scarpe da punta marroni e bronzo di Freed of London sono più di due nuove proposte di catalogo:  è un segnale di inclusione forte e chiaro verso i ballerini di pelle scura

Le scarpe da punta marroni e bronzo di Freed of London sono più di due nuove proposte di catalogo: è un segnale di inclusione forte e chiaro verso i ballerini di pelle scura

 

“Non poter comprare scarpette adatte al mia carnagione mi ricorda che sono ‘un'anomalia’ a cui non viene data la stessa considerazione degli altri ballerini”. Erano queste le dure parole di condanna di Brooklyn Mack, pronunciate all’inizio di quest’anno alla BBC, commentando il video postato dal collega Eric Underwood in cui si filmava intento a pigmentare di marrone le sue scarpette di scena.

"Non vedo l'ora che arrivi il giorno in cui le scarpe da punta saranno disponibili in più tonalità… E credo che ciò accadrà presto!", profetizzava negli stessi giorni Chyrstyn Fentroy, danzatrice del Dance Theatre di Harlem, pubblicando su Instagram una foto in cui pitturava un paio di punte color "nude" per abbinarle meglio alla sua pelle.

A pochi mesi di distanza la previsione di Chyrstyn sembra essersi avverata: da qualche settimana, infatti, la Freed of London, una delle più importanti case produttrici di scarpette da danza al mondo, ha inserito in catalogo proposte adatte a ballerini con la pelle scura, disponibili in due varianti: marrone e bronzo. Ad onor del vero il lancio dell’azienda britannica non è una novità assoluta; già lo scorso anno l’americana Gaynor Minden aveva proposto qualcosa di simile, ma lo storytelling adottato in questa occasione è sicuramente più incisivo, qualcosa di nuovo e dirompente, che prende seriamente posizione nei confronti di una questione aperta e molto sentita dalle migliaia di ballerini, amatoriali e professionisti, di pelle scura.

“Non si tratta solo di scarpe - ha commentato a tal proposito Virginia Johnson, direttrice artistica del Dance Theatre di Harlem, in un'intervista al New York Times -; tutto questo determina in qualche modo chi fa parte del balletto e chi no. È dunque un forte segnale che il mondo della danza si è finalmente dischiuso”.

Finora i ballerini di colore erano costretti a ‘ritoccare’ le proprie scarpette adottando i più disparati metodi, dispendiosi in termini di denaro quanto di tempo, per renderle più simili alla propria carnagione. Figlio di una malcelata forma di razzismo, per questo Natale sembra finalmente essere caduto un tabù ed essersi così compito un importante passo di apertura da parte dell’elitario, e talvolta antiquato, mondo della Danza Classica verso la società moderna.

 

 

 

 

 

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