È uno dei più giovani danzatori che abbia ospitato in copertina la rivista Expression, e oggi ha 18 anni: occhi sgranati, pieni di gioia, uno sguardo sereno e molto felice.
Grinta, precisione, determinazione, carisma e versatilità le caratteristiche che mi hanno colpito di Daniele Doria che ha iniziato l’ultima edizione del programma televisivo Amici a soli 17 anni.
Un esempio di dedizione, sacrifici, rinunce, tanta voglia di imparare e un percorso in ascesa che lo vedrà da da Agosto e per un anno a New York per frequentare la prestigiosa Alvin Aley School.
Daniele dove è iniziato tutto?
La mia vita da ballerino inizia verso i 5 anni anche se allora ero un pò titubante e frequentavo in maniera un pò altalenante, ma a 6 anni ho capito che mi piaceva molto danza e non l’ho più lasciata.
Ho iniziato vicino dove sono nato ad Aversa (Caserta) ma poi ho cambiato tante scuole perchè mi annoiavo facilmente e avevo bisogno di stimoli continui; mi annoiavo delle ripetizioni e cercavo qualcosa di nuovo e anche diversi stili, così sono andato anche in altre scuole come a Napoli ma, dopo le restrizioni Covid, a 13 anni, ho deciso di inseguire un sogno e di trasferirmi a Roma dove è partito il mio percorso di studio professionale all’interno dell’Art Village diretto da Luciano Cannito, dove mi sono diplomato l’estate scorsa.
Con quale stile hai iniziato?
Ho iniziato con la danza classica e ho studiato sempre tutto anche se l’hip hop non è il mio stile preferito, ma quello che non ho mai “mollato” sono stati la danza classica e la danza moderna. Anche se all’inizio, come spesso accade, studiare la classica è stato difficile perchè, avendo questa necessità di trovare qualcosa di nuovo, con questa disciplina facevo fatica. Poi, crescendo, ho capito chiaramente che senza la danza classica non c’è particolare pulizia anche nelle altre discipline.
Ti ricordi il giorno in cui hai pensato che la danza potesse diventare la tua vita, la tua professione?
Banalmente, quando ti propongono gli adulti la tipica frase cosa vuoi fare da grande ho sempre risposto che volevo fare il ballerino e, talvolta anche il coreografo. Anche molti insegnanti che ho avuto mi hanno spronato nel fare questo perché, secondo loro, non avrei potuto fare altro nella mia vita. Tuttavia la vera consapevolezza l’ho avuta quando ho deciso di trasferirmi a Roma e mi sono dedicato totalmente alla danza.
Ti sei trasferito quando dovevi iniziare le scuole superiori?
Si. Ho frequentato ragioneria e le ore di danza erano tante. Studiavo dalle 15. 30 alle 21 ogni giorno, non rimaneva molto tempo per me in più dovevo essere autonomo in tutto e per tutto perchè abitavo da solo.
Complimenti… Un’esperienza importante a quell’età.
Decisamente. Venendo da un paese ritrovarsi in una città così grande ambientarmi è stato difficile, a partire, ad esempio, dagli spostamenti con i mezzi pubblici. Poi negli anni mi sono abituato e le cose sono venute da sole.
Hai fatto amicizia con i tuoi colleghi di accademia?
Ancora oggi le persone che frequento sono quelle che hanno studiato con me, ho creato la mia cerchia di amici che è diventata parte integrante della mia nuova vita romana.
Quello che hai fatto non è da tutti, lo sai vero?
Lo so ma non me ne faccio un vanto… Pensa che io sono anche il figlio più attaccato a mia mamma: quando ero più piccolo se rimanevo a dormire da un amico mi facevo venire a prendere perchè non resistevo molto fuori di casa lontano da lei.
Hai fatto un’audizione per entrare in Accademia?
Sono stato proprio io a proporlo ai miei genitori, mi hanno preso e successivamente mi sono trasferito grazie al loro fondamentale aiuto. Sono cresciuto molto in fretta e, infatti, spesso non sono al passo con i miei coetanei perchè ho pensieri diversi sotto ogni punto di vista.
Ad oggi quali sono i maestri che ti hanno lasciato di più un segno?
Credo di dovere molto ai miei insegnanti “fissi” come Fabrizio Prolli per il modern, Alessandro Tiburzi e Alexandre Stepkine per il classico, contemporaneo con Milena Zullo, ma ho studiato anche tanto in giro per l’Italia con Simone Nolasco, Macia del Prete e Christian Pace cercando di acquisire il più possibile da ogni insegnante.
E i tuoi maestri della scuola erano d’accordo quanto hai tentato l’audizione ad Amici?
In realtà non ho fatto sapere nulla a nessuno e mio fratello mi ha iscritto a mia insaputa (n.d.r. ride).
Effetto sorpresa?
Da un giorno all’altro mi hanno visto in televisione! Io caratterialmente sono una persona molto riservata specie per le cose a cui tengo molto poi sono napoletano e, quindi, molto scaramantico! Pensavo che fosse una cosa totalmente lontana da me, non mi vedevo proprio come persona che potesse far parte di un programma televisivo diventando anche una sorta di personaggio pubblico.
Ti consideri timido?
Non sono timido, anzi sono anche abbastanza estroverso. All’inizio facevo fatica a fidarmi delle persone anche a causa delle esperienze negative che ho vissuto da ragazzo. Avevo paura del giudizio, avevo uno scudo che usavo per difesa e parlavo poco ma questa mia caratteristica è stata cambiata per timidezza.
Ma seguivi come spettatore il programma?
Assolutamente. Si riuniva anche da tutta mia famiglia ma io, al contrario di mio fratello, lo vedevo come una cosa irraggiungibile e lontana da me.
Ora sei contento?
Si. Sono felice del percorso che ho fatto anche se non nascondo che ci sono state tante difficoltà specie per l’infortunio che ho subito durante il programma. Era anche tanto il carico di lavoro e lo stress ma tutto il sudore è stato ripagato. Un’esperienza che comunque mi porterò sempre dietro… Mi sono fatto anche un tatuaggio per ricordarmi per sempre questa esperienza: a dream con la A in maiuscolo di Amici.
Hai raccontato in diverse occasioni che hai subito il bullismo. Cosa ti senti di consigliare ad un ragazzo che sta affrontando i tuoi stessi problemi?
Sicuramente nella vita si troveranno davanti tanti ostacoli e il giudizio di tante persone per chi vuole intraprendere la strada che sto percorrendo io perchè ci sono ancora molte persone che non vedono con normalità gli uomini che praticano la danza. Invece io la danza l’ho sempre considerata una forma d’arte e un modo di esprimersi unico nel suo genere.
Come sei riuscito a superare quei brutti momenti?
Pur stando male, ovviamente, sono riuscito a credere sempre in me stesso e questo mi faceva stare bene. Non mi sono mai arreso nonostante tutto.
Andare a Roma ti ha aiutato anche in questo senso?
Si perchè non mi sentivo capito nel mio paese. Poi è la danza che mi ha guidato e pian piano mi sono aperto mentalmente.
La chiave che ho usato io per combattere tutte queste problematiche è stata quella di non arrendermi, fidarmi di me e del mio istinto.
C’è stato un momento della tua vita in cui il giudizio ti ha pesato?
Si. Quando il giudizio ha valicato dal mondo della danza ed è entrato nel personale. In quel momento ho avuto il coraggio di parlarne con la mia famiglia. è importante che la famiglia ti sia vicino in ogni tua scelta, nessuno ti può capire come la tua famiglia; chiaramente se è d’accordo con il tuo percorso lavorativo e di crescita.
La tua famiglia ti ha dato quella spinta in più nella tua decisione di andare a vivere da solo in un’altra città?
Penso proprio che l’aiuto di chi sta più vicino sia veramente essenziale per il tuo percorso.
Anche Amici ti ha aiutato nel darti questo valore?
La trasmissione mi ha aiutato molto, anche dal punto di vista psicologico, a realizzare il mio sogno, anche se io ho sempre studiato tanto e ho spesso trascurato la mia vita privata.
Nulla di tutto questo mi è mai pesato e ho sempre pensato che fosse la cosa giusta da fare: facevo quello che mi faceva stare bene.
Partecipare ti ha aiutato dal punto di vista tecnico o dal punto di vista interiore?
Entrambe le cose… Studiavamo dal mattino con la lezione di danza classica poi ognuno aveva le sue lezioni per perfezionare le coreografie.
Che rapporto hai avuto con la velocità tipica di un programma televisivo di cui ci ha già raccontato anche il ballerino Francesco Mariottini?
Ci avevano avvisato che la velocità avrebbe fatto parte del percorso e così come la causalità: spesso ti domandi cosa succederà adesso? Penso poi che la velocità sia decisiva nel periodo del serale: tutti quanti ci siamo trasformati in Flash! (ride n.d.r.)
Mi sembra che questa sia stata per te un’adrenalina positiva?
Si, assolutamente. Ma nello stesso tempo è stata molto intensa e comunque più forte il desiderio di fare bene che la fatica che avverti.
Le coreografie con cui hai partecipato ai casting erano tue o di altri coreografi?
Alcune le ho montate io, altre le ho terminate o rielaborate da alcune coreografie che ho studiato ed elaborato qualche anno fa a Los Angeles.
Non è da tutti…
Ne sono consapevole e questo mi riempie di orgoglio perchè sono riuscito ad intraprendere questo percorso e sono entrato nel programma grazie alla mia creatività e al mio modo di danzare.
Sei determinato?
Si ma anche molto costante. La stanchezza si fa sentire di più se non lo sei e io lo sono stato sin da piccolo specie nell’adolescenza. A me però non ha colpito in quel momento: purtroppo molti miei amici e amiche invece hanno proprio abbondato la danza negli anni dell’adolescenza.
Parafrasando una famosa canzone… Cosa ti aspetti dal domani?
Dopo aver vinto Amici, ho lavorato molto tra Milano, Torino, Riccione, Palermo. Sono stato a casa dai miei genitori per un po’ di relax dopo un mese dal vortice che mi ha attraversato dopo la vincita e le vacanze non le vedrò neanche con il binocolo!!!
Anche se pensi che oggi non sia irrealizzabile, qual’è il tuo sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe tantissimo ballare per una pop star internazionale e danzare in un tour mondiale.
In bocca al lupo Daniele… Continua così con i tuoi occhi vividi e pieni d’amore per la danza! ⬢