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Ritmo della danza e metrica musicale

Ritmo della danza e metrica musicale

Uno degli aspetti più rilevanti nell’insegnamento della tecnica della danza classica (e non solo) è quello di utilizzare il conteggio musicale in maniera corretta durante la lezione. Il danzatore e la danza sono uniti alla musica; il “come” si usa la musica è di estrema importanza per creare una simbiotica relazione che definisca la dinamica, la qualità del movimento e l’estetica della danza. Il danzatore attraverso la musica interiorizza tecnicamente e cinesteticamente e traduce attraverso il movimento questa stretta relazione.

La scelta musicale dei brani per gli esercizi è molto importante: essi devono essere funzionali alle intenzioni metodologiche del docente di danza.

Tutti i movimenti o i passi della danza classica hanno naturalmente un ritmo proprio e si costruiscono attraverso l’analisi della ritmica e della metrica musicale. Per questo motivo è necessario approfondire alcuni aspetti essenziali della misurazione del movimento nella lezione di danza. Lo facciamo di seguito.

La musica, spiega Mario Fulgoni, porta «dentro di sé un cuore che pulsa regolarmente e più o meno velocemente a seconda degli stati d’animo o dell’impegno muscolare».

«La musica», prosegue Fulgoni, «è accompagnata da pulsazioni regolari, non percepibili all’orecchio (come quelle del cuore), ma molto chiare e continue».

Nel lessico musicale l’alternarsi di contrazione e distensione, di tensione e riposo, viene solitamente definito come succedersi di levare e battere.

Su questo succedersi di levare e battere si sofferma anche Antonio Sorgi, che scrive: «musicalmente parlando, il battere e il levare sono due termini che convivono, poiché non si può eseguire un corretto battere (tempo forte), se questo non è preceduto da un levare (tempo debole), altrettanto efficace».

I due termini (battere e levare), che hanno un significato intuitivo, traggono origine dal movimento della mano che nella musica mensurale è sempre stato utilizzato per misurare il ritmo: «la mano si “leva” in su nell’arsi (elevazione – tensione) e si “batte” in giù nella tesi (deposizione – riposo)».

Tutti i movimenti verticali dall’alto in basso – spiega Luigi Rossi – si definiscono movimenti in battere; tutti gli altri, laterali o dal basso in alto, si definiscono movimenti in levare.

«Per facilitare la lettura ritmica ogni brano musicale viene diviso in tante parti di eguale durata chiamate Misure o Battute». Esse sono «lo spazio esistente fra due Stanghette verticali attraversanti il pentagramma» e delimitano «gruppi regolari per numero di pulsazioni». Queste ultime vengono chiamate anche movimenti perché ognuna di esse corrisponde ad un movimento della mano destra in battere o in levare.

Ogni singola misura contiene un determinato numero di pulsazioni indicato da un numero frazionario posto all’inizio del brano, subito dopo la chiave. Tale numero frazionario indica il tempo musicale del brano e determina anche «quanto ci si ferma in ogni misura, cioè quale è la loro durata».

Ogni pulsazione è divisibile in parti più piccole chiamate suddivisioni.

I tempi musicali si distinguono:

• in base al numero delle pulsazioni

• in base al numero di parti in cui è divisibile la pulsazione

In base al numero delle pulsazioni i tempi possono essere:

• a misura binaria (due pulsazioni)

• a misura ternaria (tre pulsazioni)

• a misura quaternaria (quattro pulsazioni)

In base al numero di parti in cui è divisibile la pulsazione i tempi possono essere:

• semplici (in cui ogni pulsazione è divisibile in due parti)

• composti (in cui ogni pulsazione è divisibile in tre parti)

Il numeratore e il denominatore della frazione indicano cose diverse a seconda se il tempo sia semplice o composto:

• numero di pulsazioni contenute in ogni misura, il denominatore indica il valore di ogni singola pulsazione

• se il tempo è composto, il numeratore indica il numero di suddivisioni contenute in ogni misura, il denominatore indica il valore di ognuna di tali suddivisioni

 

 

Il tempo semplice e il relativo composto si assomigliano – sintetizza Rossi – poiché entrambi hanno lo stesso numero di pulsazioni (es.: 2/4 e 6/8 hanno due pulsazioni, 3/4 e 9/8 ne hanno tre). Si differenziano per la suddivisione ritmica, in quanto il tempo semplice ha la suddivisione binaria, il tempo composto ha la suddivisione ternaria.

Argomento importante per gli insegnanti di danza è quello del conteggio dei vari tempi musicali: su questo si veda quanto scrivono Antonio Sorgi e Harriet Cavalli.

Nota: A. Sorgi "Musica e danza. Nuova edizione" pp. 99-106; H. Cavalli "Dance and Music" pp. 15-43 Tutti i riferimenti in Bibliografia in fondo all'articolo

 

 

Veniamo ora alla metodologia della danza classica.

Il tempo, nell’analisi ritmica dei movimenti di base della tecnica della danza classica, è l’unità di misura del movimento stesso e nel fraseggio questo si indica con il seguente valore: un tempo = 1/4.

Tutte le fasi dei movimenti si contano da 1 a 8; quando si dovrà frazionare il tempo in ottavi, si suddivideranno le parole relative ai numeri (uno-due-ecc.) nelle due sillabe che le compongono (es. battement fondu eseguito in 2 tempi [uno-due] = u-no/du-e).

Se volessimo suddividere i due ottavi di un tempo in sedicesimi (“u-no”), si potrebbero raddoppiare le vocali delle due sillabe.

Un altro elemento importante nella fase del conteggio musicale è che, per far capire il ritmo, la dinamica e la qualità del movimento, non è sufficiente scandire le fasi solo con la sua suddivisione, ma è necessario abbinare al movimento una giusta intonazione e modulazione della voce che dia risalto alla corretta dinamica e qualità del movimento.

Nel conteggio musicale si dovrà distinguere, con la modulazione della voce, la dinamica del movimento, lo staccato o il legato:

• per lo staccato si dovrà contare in modo netto, marcando i passaggi dei movimenti

• per il legato si dovranno emettere suoni che inducano l’alunno a legare il movimento

Torniamo alla teoria musicale. In base al battere e al levare, l’inizio e la fine di una frase musicale si possono classificare in più modi (Fulgoni).

In relazione all’attacco ritmico iniziale di una frase musicale si distinguono tre modi:

• ritmo tetico: la frase inizia in battere o sulla pulsazione forte (tempo forte)

• ritmo anacrusico: la frase inizia in levare o sulla pulsazione debole (tempo debole)

• ritmo acefalo: la frase inizia con la pausa in battere o sul tempo forte

In relazione al ritmo finale di una frase musicale si distinguono due modi:

• ritmo tronco (maschile): l’ultima nota cade sul tempo forte

• ritmo piano (femminile): l’ultima nota cade sul tempo debole

Chiudiamo con una tabella esemplificativa per l’analisi musicale dei movimenti di base alla sbarra della tecnica della danza classica con tempi semplici (pulsazione a suddivisione binaria): 2/4; 4/4.

 

Bibliografia:

 

H. Cavalli, Dance and Music. A Guide to Dance Accompaniment for Musicians and Dance Teachers, University Press of Florida, Gainesville 2001

M. Fulgoni, Manuale di musica. Nuovo metodo pratico per la conoscenza della semiologia musicale, volume primo, Edizioni Musicali LA NOTA, Santa Vittoria (RE) 1989

G. Kassing – D. M. Jay, Teaching Beginning Ballet Technique, Human Kinetics, Champaign, IL (United States of America) 1998

F. Pappacena, Tecnica della danza classica. Il ritmo. Introduzione e annotazioni ritmico-musicali di Stefano Liberati, Gremese Editore, Roma 1988

L. Rossi, Teoria musicale. Ad uso dei Conservatori e Istituti musicali, Casa Musicale Edizioni Carrara, Bergamo 1977

A. Sorgi, Musica e danza. Nuova edizione, NeP edizioni, Roma 2017

 

 

Note sugli autori:

 

Francesco Ragni Laureato in Maestro Collaboratore per la Danza presso il Conservatorio di musica "A. Casella" dell'Aquila e l'Accademia Nazionale di Danza di Roma. Docente di Tecniche di accompagnamento alla danza e teoria e pratica musicale per la danza presso il Liceo Coreutico "Piero della Francesca" di Arezzo.

Massimiliano Scardacchi Insegnante diplomato all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e alla Scuola del Teatro alla Scala di Milano

 

 

 

© Expression Dance Magazine - Dicembre 2018

 

 

 

 

 

 

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