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La danza balla su Instagram

La danza balla su Instagram

Su Instagram si comunica attraverso le immagini cercando di raggiungere il maggior numero di follower.

  

La danza ha iniziato a ‘ballare’ su Instagram, il social network che permette agli utenti di scattare foto, applicare filtri e fare una condivisione in rete. L’applicazione, sviluppata da Kevin Systrom e Mike Krieger, è stata lanciata il 6 ottobre 2010, e nel 2012 – prevedendo il suo grande potenziale – è stata comprata per un miliardo di dollari da Facebook Inc. Sempre più diffuso in tutto il mondo (600 milioni di utenti), in Italia è usato da 14 milioni di utenti ogni mese e da 8 milioni di utenti al giorno, in particolare da giovani. Secondo alcune statistiche, infatti, il 90 per cento degli utenti avrebbe un’età inferiore ai 40 anni. Questo perché attraverso le immagini si comunica in maniera più diretta e immediata. Le nuove generazioni preferiscono condividere immagini, foto e video piuttosto che scrivere. 

Gli esempi di successo. Seguendo questa tendenza in costante aumento, i brand già da tempo hanno cominciato a puntare su questa piattaforma visuale, e non solo nell’ambito della moda, del design e del food dove va fortissimo. Instagram infatti si attesta come il secondo social network con più alto tasso di engagement, e questo si riflette anche nel rapporto brand-follower: secondo le statistiche su Instagram l’engagement con i brand è 10 volte più alto che su Facebook. L’arte della danza, fatta principalmente di movimento ed espressività, ben si presta a Instagram perché le immagini – sotto forma di foto o video – sono uno dei mezzi migliori per valorizzarla e fissarla nella memoria collettiva. Non si contano gli artisti di fama internazionale, le compagnie di danza, i grandi corpi di ballo, i teatri che ormai hanno aperto un proprio account Instagram che viene curato con grande attenzione e professionalità. 

Qualche esempio dei migliori, ossia dei più seguiti in termini di follower? Fra i danzatori, ci sono Misty Copeland con il nickname ‘mistyonpointe’ (1 milioni e 500 mila), Andreas Müller (1 milione), Roberto Bolle (556 mila), Marianela Nunez (155 mila), Sergei Polunin (143 mila), Daniil Simkin (103 mila), Natalia Osipova (105 mila), Polina Semionova (88,3 mila), Svetlana Zacharova (80,6 mila), Petra Conti (53,5 mila); tra i teatri, la Royal Opera House (289 mila), l’American Ballet Theatre (481 mila), il Teatro della Scala di Milano (116 mila); tra i corpi di ballo, il Ballet de l’Opéra de Paris (260 mila), l’Accademia del Bolshoi di Mosca (485 mila), l’English National Ballet (152 mila). Ma la lista sarebbe lunghissima ed è in continuo aggiornamento. Prendere spunto da questi artisti e grandi istituzioni, può essere di aiuto per gli aspiranti danzatori e per le scuole di danza che desiderano dare al proprio account una spinta in più in termini di professionalità e visibilità, guadagnando quindi più follower. 

Come usarlo al meglio. Su Instagram, social ‘fotografico’ per eccellenza, lo scopo è infatti quello di comunicare attraverso le immagini e di raggiungere il maggior numero di follower. Che siate un ballerino o una scuola di danza, una volta aperto un profilo Instagram, vale la regola di qualsiasi social network: tenerlo aggiornato. È inutile avere una presenza social se poi nessuno ne cura i contenuti, sarebbe come avere una bellissima scuola di danza ma senza insegnanti. 

Come in tutti gli ambiti, è necessario adottare una strategia di marketing, ma soprattutto interagire con i propri follower, essere interessanti, postare immagini curate e se possibile creare una gallery con uno stile uniforme. La cosa migliore da fare, ancora prima di aprire un account Instagram, è conoscere il proprio pubblico: capire chi sono, che cosa amano vedere, che cosa suscita in loro emozioni. 

Come ogni brand, anche una scuola di danza ha ‘valori’ che la contraddistinguono e che devono riflettersi nella comunicazione visiva, attraverso i colori, i filtri, i soggetti, gli elementi che compongono gli scatti. Il consiglio è di adottare un profilo aziendale che consente di inserire un numero di telefono, un’email o altro recapito per essere raggiunti dai propri allievi, ma anche di abilitare la funzione Insight, ossia le statistiche.

Sarà inoltre possibile creare promozioni per pubblicizzare i propri servizi/eventi e collegare all’account Instagram una pagina Facebook aziendale.  È bene poi usare per l’immagine del profilo il logo della scuola. La biografia su Instagram deve essere redatta in modo da richiamare ai propri valori, ed essere emozionale nel modo più conciso possibile. 

Meglio identificare una palette di colori da utilizzare in ogni singolo scatto, ed eventualmente un font da usare nel caso di immagini con scritte. 

Negli ultimi tempi gli account più seguiti usano con moderazione i filtri di Instagram, ma cercano un proprio stile fotografico che li contraddistingue e che sia quindi subito identificato quando si scorre velocemente il feed. 

Alcune app che possiamo consigliarvi per la postproduzione delle vostre foto sono: Snapseed, VSCO Cam, Lightroom e Photoshop Express. 

Quali hashtag usare. Non è necessario riempire ogni post di hashtag, al massimo se ne possono usare 30, e occorre fare attenzione alle penalizzazioni. Infatti, molti degli hashtag più utilizzati sono stati bannati: questo significa che, inserendo anche solo un hashtag tra quelli nella “lista nera” di Instagram, ai sarà penalizzati dal temutissimo ‘shadowban’, come viene chiamato in gergo. Questo comporta che la propria foto non sarà più visibile nelle ricerche, quindi il proprio account perderà risultati in termini di visibilità. Ovviamente la lista cambia regolarmente a seconda dei cambi di algoritmo di Instagram, quindi è sempre bene tenerla d’occhio facendo ricerche online. Il corretto uso degli hashtag prevede di sceglierli con cura, non utilizzare sempre gli stessi, farsi ispirare da un concorrente, o magari da un account che ha contenuti simili ai propri, o che piace particolarmente. Non dimenticare che i risultati arrivano solo facendo test continui, sfruttando quindi le Insight e osservando le reazioni del proprio pubblico. 

Quanto e quando pubblicare. Il consiglio è di postare 2/3 foto al giorno, ma se non si ha la possibilità di realizzare così tanti contenuti  - un impegno gravoso dovendo puntare sulla qualità – può andar bene anche una sola. L’importante è essere regolari. L’orario migliore? Secondo alcune statistiche, quelli di ‘relax’, quindi la mattina durante o subito dopo la colazione, nella pausa pranzo o alla sera dopo cena. Una delle ultime novità introdotte da Instagram, sono le Instagram Stories. Sulla falsariga di Snapchat, le Storie sono brevi video o composizioni di immagini che possono essere condivise con i propri follower ma che hanno una vita limitata. Dopo 24 ore infatti non sono più visibili, a meno che vengano inserite negli highlights, cioè nei contenuti in evidenza, che sono quelli che vengono mostrati subito dopo la biografia del proprio profilo Instagram. Questa nuova funzione è diventata molto utile per ogni account, e si presta a moltissime personalizzazioni. 

Quali contenuti pubblicare. Pensando a una scuola di danza, si potrebbe tenere sempre in evidenza una piccola visita guidata all’interno della scuola per mostrarne le aule o momenti di lezione e magari caricare una foto con gli orari della scuola e la suddivisione delle lezioni. Oppure si potrebbe fare un contenuto per presentare lo staff della scuola in cui ogni insegnante possa sfruttare il potenziale della stories per presentarsi con un piccolo momento di ballato. Oltre a consentire l’inserimento di foto e video, le Stories permettono anche di aggiungere disegni fatti a mano o scritte, GIF animate e presto anche la condivisione di tracce musicali prese dalle più famose app (come ad esempio Spotify). Da non trascurare anche la possibilità di creare Instagram Stories live, ossia di registrare dei video in diretta da condividere con i propri follower, che saranno visibili mentre si stanno registrando e per le successive 24 ore. Per le live purtroppo non c’è la possibilità di inserirle negli highlights, ma un buon sistema per usarle potrebbe essere ad esempio durante le lezioni a porte aperte di modo, che si crei un appuntamento in cui invitare il proprio pubblico a seguire la live, se non si potrà partecipare fisicamente. Oppure stabilendo un giorno alla settimana in cui farla e un orario specifico, dando quindi una rubrica con un appuntamento fisso ai propri follower. 

 

 

© Expression Dance Magazine - Maggio 2018

 

Letto 6857 volte Last modified on Mercoledì, 30 Maggio 2018 13:05

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