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Dopo "La Dama delle Camelie" di Deane, nuovo successo al San Carlo di Napoli con "Il Lago dei Cigni" di Nunez

Dopo "La Dama delle Camelie" di Deane, nuovo successo al San Carlo di Napoli con "Il Lago dei Cigni" di Nunez

 

Tutti si aspettavano la storica rassegna di danza contemporanea “Autunno Danza” ed invece ecco che il cilindro di Giuseppe Picone, direttore del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, serbava per il grande pubblico ‘La dama delle camelie’, con l’inedita coreografia di Derek Deane e le musiche di Carl Davis. Un balletto mai rappresentato prima al Massimo partenopeo, una scommessa voluta fortemente dal direttore della compagnia di balletto che per l’occasione ha chiamato Derek Deane, forse il miglior esponente vivente della tradizione narrativa british. Un modo come un altro di sfidare la storia del repertorio del teatro dove lui stesso ha mosso i suoi primi passi, almeno stando alle parole a caldo del prima e del dopo la prima: “Giunto al terzo anno del mio mandato ho voluto provare a trarre un bilancio, chiamando un coreografo di fama internazionale ed un titolo da grande compagine di balletto. Una scommessa anche con il nostro pubblico, abituato ai balletti più noti del repertorio ed ancora poco avvezzo alle sperimentazioni non necessariamente d’avanguardia. Ed ecco i perché più significativi di questa “La dama delle camelie”, con bellissimi ospiti in scena che si sono avvicendati con i nostri primi ballerini dell’occasione quali Alessandro Staiano e Maria Yakovleva oltre ad Anna Chiara Amirante ed Istvàn Simon”.

L’anteprima delle repliche settembrine è stata accompagnata da un frenetico rimpallo di voci, foto e curiosità che poi hanno condotto il pubblico al gran debutto. Non sono mancate emozioni e la consapevolezza di avere a che fare con un corpo di ballo all’altezza della situazione. “Ho concepito questo balletto dopo nove mesi di duro lavoro - ammette Giuseppe Picone - soprattutto perché sapevo che stavolta avevo osato più di prima. E poi Derek Deane è parso ancor più esigente del previsto. Ad un certo punto ho tremato perché si fissava sui minimi dettagli, rischiando di veder saltare il banco! Per fortuna poi siamo riusciti a remare tutti dalla stessa parte con il successo che evidentemente ci siamo meritati”. 

Del resto lo stesso Derek Deane non aveva nascosto le sue perplessità. Aveva lavorato con il corpo di ballo del Teatro di San Carlo svariati anni prima e neanche sul palcoscenico del Massimo. Le sue parole dei primi giorni sono parse a tutti come macigni: “In questi ultimi anni i ballerini di tutto il mondo non sono più in grado di interpretare i propri ruoli come si faceva un tempo. Non si caratterizzano più i personaggi, si bada solo alla tecnica e spesso all’atletismo della danza. Io invece voglio dei danzatori/interpreti, soprattutto in titoli come “La dama delle camelie”. Dunque impariamo a non meravigliarci più se il contemporaneo prevale sul classico, a questo proposito propongo seriamente di cominciare ad abbandonare l’idea del classico a tutti i costi. Anzi, cominciamo a limitare l’uso dei tutù!”. Niente male per un coreografo d’importazione direttamente dalla tradizione british del balletto.

“Dopo questa ‘La dama delle camelie’ torniamo ai grandi classici - aveva tuttavia ammonito Giuseppe Picone - , in modo da riportare la massa a teatro e consentirci di fare cassa in vista dei prossimi investimenti. Del resto la soprintendente Rosanna Purchia ha realizzato i parquet delle nostre sale di ballo e noi dobbiamo ripagarla della fiducia con il sudore delle prove ed il successo sotto i riflettori”. Ed è così che il cartellone primaverile propone “Il lago dei cigni”, nelle repliche di marzo e giugno, con le coreografie di Ricardo Nunez riprese da Patrizia Manieri. 

E a ben vedere il direttore non ha sbagliato nemmeno questa volta. “Un omaggio a Ricardo Nunez e a tutto il lavoro di questo triennio sotto l’egida di Giuseppe Picone”:  potrebbe essere questo il migliore incipit per una recensione delle rappresentazioni de ‘Il lago dei cigni’, in scena dal 30 marzo al 3 aprile scorso ed ancora dal prossimo 15 al 19 giugno, per una vera e propria festa lacustre del repertorio. Eh sì, i previsti sold out al Massimo partenopeo sono stati accolti anche dalle standing ovation per i due acclamati ospiti londinesi del Royal Ballet Marianela Nunez e Vadim Muntagirov, etoile assai amate alle pendici del Vesuvio da diverso tempo. E l’accoglienza è stata davvero meravigliosa, con il teatro del 1737 lustrato a nuovo proprio come la sua giovane compagnia di balletto diretta da un Giuseppe Picone sempre più direttore dietro le quinte e meno in scena accanto ai suoi baldi giovani. Questo lago è un po’ la cartina al tornasole del triennio dell’etoile alla guida dell’ensemble sancarliano, con un occhio rivolto alla fidelizzazione del grande pubblico al corpo di ballo ed un altro rivolto all’emancipazione di tutto il movimento che ruota attorno al teatro più bello del mondo. Un’operazione riuscitissima con questa rappresentazione de “Il lago dei cigni” di Ricardo Nunez, coreografo cubano amato dal popolo della danza e fedelissimo alla tradizione pietroburgese del trio delle meraviglie Marius Petipa, Lev Ivanov e Piotr Ilich Ciaikovskij della primissima del 1895. Una rappresentazione attesa in città da mesi, tutta raccolta ad applaudire le gesta dei suoi eroi d’oltremanica che non li hanno certamente delusi. Qui i due cast hanno reso in scena secondo le aspettative di pubblico e critica, ancora meglio forse che nelle natalizie rappresentazioni de ‘Lo Schiaccianoci’ di Giuseppe Picone e delle autunnali de ‘La Dama delle camelie’ di Derek Deane. Il corpo di ballo ha saputo reggere all’urto coreografico, ripreso dall’ex etoile sancarliana Patrizia Manieri ed anche a quello musicale con la direzione di Aleksej Baklan. Anche se il passo tra il primo ed il secondo cast è ancora significativo, il napoletano Alessandro Staiano e la principal georgiana del Royal Ballet Maia Makhateli hanno tenuto testa ai due big scelti dal direttore tuttofare Giuseppe Picone per il successo internazionale. Quello che del resto si era prefissato alla firma del suo mandato in sintonia con la soprintendente Rosanna Purchia. E che sta riuscendo a conseguire man mano, spettacolo dopo spettacolo, tournée dopo tournée. Ma soprattutto con un frequente turnover tra gli interpreti nei ruoli salienti del repertorio, sviscerando l’intero corpo di ballo con una scrupolosa scalata ai ruoli ed ai cast aperta a tutti. 

Dal primo giorno che ho messo piede in Soprintendenza - ricorda Giuseppe Picone - ho messo in cima a tutti i miei buoni propositi la possibilità di realizzare una compagnia giovane, determinata e piena d’entusiasmo in ogni circostanza. Abbiamo girato il mondo a portare il nostro repertorio, abbiamo prodotto nuovi titoli e ci apprestiamo a realizzare un inedito ‘Sogno di una notte di mezza estate’ dal prossimo settembre proprio per accattivarci sempre di più la passione e l’affetto del nostro incredibile pubblico”. 

 

 

 

© Expression Dance Magazine - Giugno 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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