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Vivere di danza, trasformare la passione in professione

Vivere di danza, trasformare la passione in professione

Un professionista che vive di danza lo sa, quando arriva la fatidica domanda “che cosa fai nella vita?” sa già che, dopo aver risposto, arriverà anche una seconda domanda che suona più o meno così: “no, ma intendo per lavoro!”.

Siamo tutti consapevoli del fatto che vivere di danza è percepito quasi come un privilegio, un lavoro che in realtà, secondo la percezione generale, proprio un lavoro non è.

Cominciano così interi discorsi, dialoghi, question time, che portano dietro luoghi comuni e idee anacronistiche, legate a un tempo dove vivere di arte era mera utopia. 

Ci ritroviamo spesso a cercare di comprendere punti di vista per poi spostare l’attenzione su tutto il percorso che porta a diventare ballerini, coreografi, maestri, studiosi, tecnici e, a vario titolo, professionisti nel mondo della danza.

Si può lavorare nella danza, con la danza, per la danza e su questo non abbiamo dubbi, ma a parte lo studio delle varie discipline e delle varie tecniche, è utile riflettere e comprendere quali siano i percorsi da intraprendere per fare di questa grande forma d’arte la propria professione.

Innegabile l’assenza di percorsi lineari e conformi, ogni professionista parte dalle proprie inclinazioni personali, scegliendo poi le tappe da raggiungere. Sono formazioni lontane da quelle canoniche, sono professioni che richiedono intraprendenza e talvolta un po’ di coraggio.

Il talento è fondamentale, ma non raggiungere livelli da primo ballerino o da prima ballerina non significa dover rinunciare al proprio obiettivo.

Un ballerino decide di rendere il proprio corpo e le proprie capacità lo strumento di lavoro essenziale per la propria vita lavorativa, ma ciò non significa essere obbligati a legarsi a una singola istituzione: può invece decidere di muoversi autonomamente nella “giungla” della ricerca del lavoro, libero di gestire il proprio tempo e il proprio corpo, scegliendo in questo modo dove e con chi lavorare. 

Ci sono compagnie in Italia e all’estero con lavori costanti che organizzano audizioni anche a cadenza annuale. Mettersi alla prova in queste audizioni, porta a conoscere altri danzatori alla ricerca di un posto da professionista nel mondo della danza, significa conoscere persone con cui condividere un obiettivo, significa conoscere danzatori con background diversi e per questo utili anche nel proprio percorso formativo. Partecipare a un’audizione non significa semplicemente esibirsi davanti a maestri, ma significa anche cominciare a mettersi alla prova con le proprie emozioni e con le proprie debolezze. Significa lavorare su un piano diverso del proprio percorso di crescita e spesso aprono porte che neppure si potevano immaginare.

Come ben sappiamo però la danza è parte integrante di un complesso meccanismo creativo. Si comincia da piccoli, muovendo i primi passi, si prosegue poi trovando nella danza una passione, ma molti, con il passare degli anni si rendono conto che oltre alla danza c’è di più! Molti, infatti, cominciano ad ascoltare la musica con altre orecchie, al tempo di danza, immaginando una coreografia, fantasticando su un corpo che diventa linea e costruisce mondi. Qui si aprono nuovi orizzonti: studiare coreografia è possibile, le scuole e i corsi esistono, ma un consiglio che diamo è quello di cercare corsi riconosciuti a livello nazionale, in particolare i corsi riconosciuti a livello nazionale, come ad esempio i corsi riconosciuti dal MIUR, che prevedono sempre il rilascio di un diploma. La regolamentazione delle professioni dello spettacolo è ancora in corso d’opera, ma, burocraticamente parlando, è bene avere in mano certificazioni riconosciute così da non incorrere in problemi di vario genere, ma soprattutto per vedere riconosciuto il proprio percorso anche da enti certificatori. 

Il ruolo del coreografo è fondamentale, molti insegnanti nella routine delle prove quotidiane mettono in pratica le proprie capacità coreografiche, ma per rendere questa una professione è importante anche mettersi alla prova con produzioni esterne alla propria scuola. 

La gavetta fa parte del percorso di tutti noi ed è giusto così, solo a inizio carriera si ha la possibilità di provare e sbagliare, inventare e diventare così unici.

Frequentare stage, contattare produzioni e teatri è sempre un buon modo per trovare la soluzione migliore e buttarsi in questo mondo.

Come per i ballerini freelance, anche il coreografo, a seguito di una buona formazione, può scegliere di creare la propria compagnia e cominciare un nuovo entusiasmante cammino. Anche qui raccomandiamo sempre di contattare le istituzioni, dare idee e spunti, collaborare per creare nuovi percorsi artistici insieme alla cittadinanza. 

Quando si tratta di arte, qualsiasi essa sia, si tende a distinguerla dal mondo del lavoro, si tende ad allontanarla da ciò che è legato al “vile denaro”, come se le discipline dell’arte fossero tutte discipline filantropiche: da sempre l’artista difficilmente viene inserito in categorie professionali prestabilite e ciò è anche la conseguenza della tendenza degli artisti di porsi ai margini della società, per liberarsi dalle costrizioni e costruzioni, esprimendo liberamente il proprio essere.

La necessità di inserire la danza all’interno di categorie professionali, ha portato ovviamente anche alla nascita di altre figure, che hanno permesso l’istituzionalizzazione di quest’arte.

Figure come quelle del critico e dello storico della danza hanno reso l’esperienza artistica più concreta, forte di giudizi legati a racconti storici ben precisi, i quali hanno permesso alla danza di diventare una professione socialmente riconosciuta.

Molte sono le scuole che preparano il professionista in questo percorso e ciò può anche aiutare nell’intraprendere il mestiere del maestro.

Un maestro può esserlo di danza, ma anche di storia della danza; dai licei coreutici alle accademie, i percorsi sono vari e destinati a crescere. 

Consigliare l’iscrizione a un liceo coreutico può aprire diverse porte e sicuramente non preclude eventuali cambi di direzione post diploma. Se poi si decide di continuare con lo studio della danza e della sua storia, accademie e università con corsi specifici esistono sia in Italia che all’estero.

Sono tanti i ballerini che mirano a diventare insegnanti di danza una volta appese le scarpette al chiodo (anche se come tutti sappiamo, le scarpette, un danzatore, non le appenderà mai al chiodo per davvero!).

La carriera dell’insegnante di danza è una delle più popolari tra i danzatori e le possibilità sono numerose, ma anche in questo caso conviene verificare i requisiti per poter collaborare con palestre e associazioni, poiché al momento è richiesto il tesserino tecnico, come da regolamento CONI.

Un danzatore è un artista a 360° e spesso convive con altre passioni, come la musica e la fotografia.

Un musicista può specializzarsi nell’accompagnamento delle classi accademiche, i posti non sono molti, ma la ricerca di pianisti per le classi di danza classica è sempre piuttosto impegnativa. Le persone con questa specializzazione non sono molte, ma esiste un corso di “Pianista Accompagnatore” organizzato dall’Accademia Nazionale di Danza. 

Un fotografo invece può specializzarsi nella fotografia di danza oppure seguire corsi di videomaker e utilizzare l’occhio del fotografo per creare contenuti video ormai fondamentali in tutti i settori, compresa la danza.

Fotografare la danza richiede un occhio tecnico specializzato, profondo conoscitore di passi e tecniche, per questo un professionista in questo senso può trovare lavoro per scuole di danza durante stage, corsi e saggi, ma anche nei teatri, per le compagnie e le accademie. Le possibilità sono numerose.

Anche in questo caso mettersi alla prova è sempre un buon punto di partenza, per questo consigliamo di creare contatti con enti di formazione di qualsiasi tipo, cercando di allenare l’occhio il più possibile.

Allo stesso modo, se si desidera imparare a creare video di danza, il lavoro è complesso e necessita della guida di figure specializzate nel settore. Purtroppo saper maneggiare uno strumento non garantisce un risultato perfetto, perché per poter raccogliere materiale buono è necessario saper vedere e guardare oltre alla mera esecuzione di un passo.

Ci sono diversi siti che raccolgono le proposte di lavoro nella danza, una ricerca su Google ed ecco spuntare diverse opzioni, sia in Italia che all’estero.

Per chi vuol trasformare questa passione in professione le occasioni e le possibilità non mancano, l’importante è riuscire a far emergere la propria unicità.

 

© Expression Dance Magazine - Settembre 2022

 

 

 

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