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Daniele Cipriani: la bellezza salverà il mondo

Daniele Cipriani: la bellezza salverà il mondo

EX Come si definisce oggi Daniele Cipriani nel suo lavoro?
DC Per forza di cose nel mio lavoro devo ricoprire diversi ruoli, ma il ruolo che mi appartiene di più è quello di direttore artistico. Diciamo che il mio lavoro ha diverse sfaccettature e forse oggi più che impresario, che è una parola un pò legata al passato, mi potrei definire “produttore artistico” con un neologismo.

EX In questo Paese essere un imprenditore nel settore della danza è abbastanza singolare, come si è affacciato a questa professione?
DC La mia professione è nata dall’esigenza di capire quello che ero portato a fare, il mio non è stato un ripiego perchè non ero un ballerino tra i più bravi, ma era proprio quello che volevo fare. Nessuno mi ha insegnato il mio mestiere e nessuno mi ha detto che avrei fatto questo. Diciamo che era un’urgenza che ho sentito dentro, una dote, quella dell’organizzazione, che ho riconosciuto quando ero allievo all’Accademia di danza di Roma.

EX La sua formazione coreutica le è comunque servita nel suo lavoro?
DC Assolutamente si. Ho frequentato all’Accademia della Danza di Roma il primo Liceo Coreutico che è stato attivato in Italia che mi ha permesso, tra l’altro, di studiare storia della danza, teoria della danza, storia della musica, solfeggio, che mi sono molto servite nel mio lavoro. Anche se, lo ammetto, il giorno dopo l'esame di ottavo ho smesso di ballare sul palcoscenico e mi sono dedicato all’organizzazione, perchè già sapevo che quella sarebbe stata la mia strada.

EX Cosa ha fatto quindi quando è uscito dall’Accademia?
DC Avevo già iniziato a lavorare mentre ero in Accademia: ero l’assistente del critico di danza Alberto Testa con il quale andavo a vedere gli spettacoli, feci la prima maratona di danza a Spoleto come assistente e avevo organizzato un festival a Genzano con la mia insegnante Francesca Falcone. Poi ho iniziato organizzando corsi di coreografia e conferenze all’Università grazie alle quali ho incontrato Susanne Linke che mi diede subito fiducia facendomi distribuire in Italia il suo spettacolo Im bade wannen, celebre perchè aveva una vasca da bagno in scena, e poi grazie a lei conobbi Carla Maxwell della Limon Dance Company di New York e in seguito l’impresario Paul Szilard che mi diede la distribuzione italiana di Marta Graham.

EX Cosa si sente di consigliare a un giovane che vuole fare questa professione?
DC A un giovane consiglio di ascoltare quello per cui si sente portato. Il lavoro ci deve rendere liberi e felici di quello che facciamo. Non esistono difficoltà se lavori con passione: è quella che ti manda avanti, ti fa superare tutto e tutto viene naturale.

EX Poi ha iniziato ad organizzare dei Gala con un enorme successo… Quando è iniziato tutto? Com’è nata questa idea che sta avendo un clamoroso successo?
DC Il 20 luglio 2004 ho organizzato il primo gala ad Abano Terme e lì ospitavo “il top del top”: Roberto Bolle, Giuseppe Picone, Alen Bottaini, Viviana Durante, l’Aterballetto con la coreografia Steptext di William Forsythe che era stata creata per Elisabetta Terabust.

EX Cosa guida la direzione artistica dei suoi gala, cosa cerca nei danzatori che ospita e cosa ha di più Les Étoiles di un solito gala?
DC Nel caso di Les Étoiles a Roma è quello di presentare il meglio che c’è stato dell’anno precedente sia a livello di interpreti che a livello coreografico. Ad esempio nel 2022 ho portato in scena la coreografia Touché di Christopher Rudd creata durante la pandemia per l’American Ballet Theatre, un passo a due con due uomini che parlava della loro storia d’amore e di cui poi si è parlato molto. Poi mi piace presentare non solo le stelle del momento, ma anche stelle promettenti come Alessandro Frola e Matteo Miccini che sono stati ospitati ad esempio quest’anno.

EX La promozione della danza in Italia non è delle migliori, come è riuscito a creare un varco così significativo in questo Paese?
DC Ho sempre puntato ad un altissimo livello sia per una piccola serata che per un grande evento conquistando la fiducia di direttori artistici di festival e di teatri e cerco di trovare idee sempre nuove. In questo senso per me, a differenza di altri, la pandemia è stata di grande ispirazione.

EX La prima estate dopo il lockdown ha infatti invitato ballerini congiunti e grandi solisti della musica, come le è venuta questa idea?
DC Quando Conte in una delle sue innumerevoli conferenze stampa “notturne” ha detto che i congiunti sarebbero potuti stare insieme, ho avuto un’illuminazione e ho pensato di proporre al Ravenna Festival e al Festival di Nervi uno spettacolo, che avevo già in testa da tempo, in cui unire i grandi solisti della danza e della musica come il violoncellista Mario Brunello e la pianista Beatrice Rana che in “tempi normali” non sarebbero stati disponibili perchè di solito impegnatissimi in tour mondiali. Stessa cosa per lo spettacolo che ha debuttato nell’estate del 2020 al Festival di Spoleto.

EX Parla dello spettacolo Le creature di Prometeo, le creature di Cappucci? Come è nato questo connubio che continua ancora oggi?
DC Ho iniziato a collaborare con il maestro per un gala per due costumi e a 91 anni Roberto Cappucci ha realizzato il suo primo tutù della sua carriera per il Cigno bianco e il Cigno nero. Poi abbiamo avuto questa idea e abbiamo avuto la conferma definitiva della messa in scena dello spettacolo solo il trenta di maggio dal Festival di Spoleto (per andare in scena ad agosto) e la sartoria è riuscita a realizzare quindici costumi in un mese mentre in tempi normali ne sarebbero serviti quattro/ cinque di lavorazione.

EX E poi per le coreografie ha chiamato Simona Bucci? Come mai questa scelta?
DC Conosco Simona da tempo e la scelta delle coreografie di Simona Bucci è stata dettata dal fatto che ha un tipo di movimento che avrebbe potuto esaltare il costume e non viceversa: il danzatore era così al servizio delle “sculture” del maestro Capucci.

EX Come è nata poi l’idea della compagnia Daniele Cipriani?
DC Qualche anno fa non sopportavo l’idea che ci fossero allestimenti di scene e costumi che fossero nei depositi dell’Aterballetto. Così proposi all’allora direttore di comprare gli allestimenti degli spettacoli coreografati da Amedeo Amodio che secondo me avevano lasciato un segno nella storia della danza italiana: Schiaccianoci con le scene e i costumi di Lele Luzzati, Carmen con scene e costumi di Luisa Spinatelli e Coppelia con i costumi Luisa spinatelli e scene di Lele Luzzati. Da qui nacque la compagnia con la volontà di rimettere in scena balletti classici italiani, come i lavori storici dell’Aterballetto e poi su questo filone di recupero del repertorio italiano chiesi anni dopo a Mauro Bigonzetti di rimontare Mediterranea, il suo lavoro più rappresentato al mondo. Con la compagnia tendo molto a valorizzare il talento italiano riportando i danzatori italiani che sono in giro per il mondo come Davide Dato, Jacopo Tissi, a suo tempo anche Eleonora Abbagnato. L’idea è far crescere giovani talenti italiani con la compagnia. Il problema è che poi quando diventano bravi se ne vanno all’estero e quindi spesso è un ricominciare.

EX Poi con la compagnia nel 2019 ha prodotto lo spettacolo Shine…
DC Lo spettacolo è nato grazie a due incontri fondamentali: Gilda Petronelli produttrice dei Pink Floyd Legend e Micha van Hoecke che, durante un pranzo, scoprii essere un grande fan dei Pink Floyd e da lì è nata la mia idea di creare insieme un’opera rock. Van Hoecke, che ha lanciato il suo modo teatrale di fare danza alla béjartiana, ne ha curato coreografie e regia. Shine ha debuttato a giugno 2019 al Ravenna Festival e ora è di nuovo in tour iniziando da Roma con 2.400 presenze.

EX Si è fatta un’idea del pubblico che segue i suoi eventi?
DC Il mio è un pubblico trasversale, dagli appassionati ai giovani dalle scuole di danza. La presenza dei giovani è sempre massiccia nei miei spettacoli… almeno per ora (ride n.d.r.).

EX E che clima si respira nei suoi eventi?
DC In particolare durante le repliche di Les Étoiles sembra di essere in uno stadio di calcio! E’ davvero un’atmosfera molto singolare anche con il tifo! Poi ci sono spettatori da tutta Italia, dall’Europa e dal mondo come da Mosca, dal Brasile e dal Messico.

EX Tra i prossimi progetti un focus sul flamenco? Come è nata questa idea?
DC A gennaio 2024 proporrò lo stesso format di Les Étoiles ma dedicandomi al flamenco. Las estrellas del flamenco sarà un viaggio alla scoperta dei nomi più in voga del panorama delle danze spagnole. E’ un mondo che mi affascina molto ed è una nuova sfida per me!

EX Da qua in avanti cosa si aspetta di lasciare con la sua esperienza e la sua firma che è diventata così famosa in questo settore?
DC Avere un pubblico che ti segue è bellissimo e ti mette in una posizione di privilegio; per questo ritengo sia importante dare a questo pubblico anche un messaggio, che non sia solo estetico e di puro intrattenimento ma anche di sensibilizzazione su dei temi che mi stanno a cuore. Avrei parlato con Daniele Cipriani anche per un’altra ora perchè con grande naturalezza e modestia racconta il suo percorso lavorativo davvero unico; dove ha potuto contare su un’esperienza incredibile e perchè ha avuto l’onore di lavorare con i più grandi. Lo guidano onestà, semplicità, sincerità e la sua passione che rende tutto più facile e perchè, come ha dichiarato, è “assetato di amore e di bellezza”.

 

© Expression Dance Magazine - Aprile 2023

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