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La creatività come forma di espressione di sé

La creatività come forma di espressione di sé

 

Da sempre, ma in particolare negli ultimi due secoli, la necessità di dare una chiara lettura, sempre aggiornata, rispetto ai più proficui metodi di insegnamento, ha portato educatori, pedagoghi e numerosi ricercatori del settore a indagare il rapporto tra processo di apprendimento, modalità di erogazione dei contenuti e inclinazioni personali.

L’obiettivo è sempre uno, servirsi di strumenti nuovi e all’avanguardia per consentire allo studente, all’allievo, di potersi formare grazie a modalità sempre più efficaci.

L’approccio scientifico, il suo rigore, ha spesso fatto da padrone in questo contesto, ma, negli ultimi tempi, in una costante apertura rispetto all’importanza delle inclinazioni personali nel processo di apprendimento, si è dato più spazio anche ad altri approcci: rigore e creatività sono diventate così, parti contrapposte del medesimo processo e, al tempo stesso, complementari. 

Creatività e rigore: le due facce della medesima medaglia.

Da questa continua evoluzione e da questo rapporto viscerale tra rigidità e creatività, non possiamo assolutamente escludere gli approcci di insegnamento della danza: essi, infatti, hanno dovuto per primi scontrarsi con la necessità del rigore nell’apprendimento delle tecniche e la fondamentale importanza della creatività nel processo di produzione artistica.

Ancora oggi però, nei percorsi educativi, la creatività viene inserita tra quelle capacità definite “trasversali”, alla pari delle capacità comunicative e di lavoro in gruppo. Ciò si scontra con le esigenze del mondo attuale, che vede invece la creatività come essenziale, dove il costante mutare delle situazioni e la grande vivacità tecnologica, stanno rendendo necessaria, quasi vitale, la capacità del singolo di apprendere, ma soprattutto di riposizionarsi costantemente in maniera creativa all’interno del contesto di riferimento in ogni preciso momento.

Numerosi studi hanno dimostrato quanto sia motivante la possibilità di poter esprimere la propria creatività all’interno del processo di apprendimento: poter dar spazio alle proprie inclinazioni creative, alle proprie intuizioni, ha messo in luce anche quanto ciò sia proficuo nel percorso educativo, poiché si va a stimolare, contrariamente a quel che si pensa, aree del cervello maggiormente inclini al pensiero razionale, capacità di pensiero critico e capacità di connettere e unire discorsi, senza per forza seguire gli schemi predefiniti.

Tutto ciò acquisisce un eco profondo nel mondo delle discipline artistiche e in particolare nel mondo della danza: creare, improvvisare, costruire qualcosa di nuovo può significare, per un danzatore, soprattutto se in età evolutiva, raggiungere un traguardo stimolante, mettendo in gioco una parte di sé, senza la paura di sentirsi giudicato.

Il valore di questo passaggio è immenso, la creatività in questo può non solo aprire gli orizzonti e le menti, ma sottolinea implicitamente l’importanza del proprio essere, del proprio “io” all’interno del processo creativo: non si parla più di mera acquisizione di concetti e tecniche, ma l’insegnante mette in mano al danzatore degli strumenti, con i quali andare oltre ai preconcetti. In questa ottica, la figura dell’insegnante/formatore diventa cruciale nella formazione di una nuova generazione di danzatori, maggiormente legata al processo creativo in rapporto al contesto socio culturale di riferimento. Vediamo la nascita di una generazione di coreografi molto legati a questo, attivi protagonisti di rivoluzioni interne al mondo della danza, sempre più in stretta relazione con il contesto socio-culturale di riferimento.

Il processo creativo, in questo senso, non punta a reiterare e consolidare la formazione del danzatore passando dal repertorio, ma ha come obiettivo finale proprio quello di coinvolgerlo e condurlo, sin dai primi passi, in un processo di cui sarà parte integrante, all’interno del quale comunicherà il proprio vissuto e le proprie inclinazioni proprio attraverso la danza.

 

 

IDA mette in campo un nuovo progetto, La creatività è il cuore della danza  è infatti il nuovo percorso, caratterizzato da tre seminari tutti dedicati alla creatività, declinata in tre diversi aspetti:

Improvvisazione guidata nella lezione di modern/contemporaneo con Michael D'Adamio

Genomascenico® con Nicola Galli

Dance and colors con Mirko Boemi

Si tratta di un percorso totalmente nuovo nella formazione alla danza, che cerca di coinvolgere i giovani danzatori in percorsi alternativi, focalizzando l’attenzione non solo sui valori tecnici fondanti, ma anche sui vari linguaggi espressivi del corpo in danza. Si possono frequentare i singoli appuntamenti oppure tutto il percorso ottenendo il diploma di Danza creativa. 

 


Un ulteriore approfondimento sul tema:

La danza nei progetti scolastici con Silvia Ardigò

webinar in diretta live 15 marzo 2022

 

 

© Expression Dance Magazine - Dicembre 2021

 

 

 

 

 

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