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Pelle sottospra

Pelle sottospra

L'anatomia esperienziale in movimento come strumento nelle mani dei bambini per comprendere se stessi nel mondo

In un paese vicino al mare, vivono un gruppo di bimbi esploratori provenienti da tutto il mondo.
Una mattina, ancora un po’ addormentati, sfogliano un libro sul corpo umano ed improvvisamente vengono attratti dalla descrizione e dalle immagini che parlano della pelle.
Sebastian inizia a toccare il suo braccio e sente che la pelle è un contenitore e protegge l’interno del corpo e prende informazioni dal mondo esterno.
Noah comincia a toccare le braccia di tutti i compagni e sente che la pelle può essere molto liscia o un po’ rugosa. Nel frattempo, tutti i bambini continuano a sfogliare il libro e a ricercare sul corpo le informazioni.
Improvvisamente dal cielo una nuvola, un po’ birichina e curiosa, lascia cadere, come fosse pioggia, tanti fogli di tutti i colori. Le nuvole amiche, con le guanciotte piene d’aria, soffiano sui i fogli e creano sul pavimento l’immagine di un corpo umano.

Alice incomincia a saltellare, prende in mano i colori e urlando dice: “io vado ad esplorare e a disegnare!”
Tutti i bambini iniziano a riportare sui fogli tante immagini fantastiche. I colori incominciano a danzare da una parte all’altra e i fogli, divertiti, si arricchiscono di tante storie.

A un certo punto, l’albero maestro, con i suoi rami e con l’aiuto del vento, raccoglie tutti i fogli. Le farfalle mischiano le pagine disegnate e si forma un libro.
Sebastian racconta la storia, l’albero Maestro mischia nuovamente i fogli e Francesco racconta la storia.
Il maestro divide le varie pagine e le regala ai bambini. Alice, felice, pensa “che bello mi porto a casa un po’ di storie dei miei amici…”.
Si sente un canto nell’aria sono un gruppo di nuvole bianchissime e allegre. Si muovono nel cielo al ritmo di un venticello allegro ed effervescente.
Portano con loro una lunga e grande striscia di carta che volteggia nell’aria e crea figure geometriche.
Le nuvole lasciano cadere la striscia lunga e bianca, che si deposita sul pavimento, leggera come una piuma.
Francesco chiama i compagni e urla: “ragazzi correte una lunga nuvola è atterrata nel nostro cortile!”
Michele “come possiamo trasformarla?”
Alessandro urla, correndo, come impazzito: “Creiamo un mondo corporeo….”, suggerisce!
Metà dei bambini si stende sulla nuvola e prendono le forme che desiderano. Gli altri chiedono agli amici merli di donare loro una piuma, con la quale tracciare i confini dei loro corpi dei corpi dei loro amici.

Si vengono a creare delle grandi forme e i bambini le riempiono di disegni.
Quando hanno finito, cominciano a osservare e Thomas dice: “sono tanti pianeti” e racconta quello che vede di ogni pianeta.
Alessandro invece descrive le varie emozioni che legge dentro i corpi. A Sebastian viene un’idea e la dice bisbigliando ai suoi compagni.
I bambini prendono le forbici e ritagliano le forme. È vero! Sono continenti!
E così facendo, dispongono i vari pezzi, creando un mondo corporeo.
Il vento inizia ad agitare le varie forme, che cominciano a volare nell’aria come tanti aquiloni e che, come tanti aquiloni, spariscono nel mare, verso l’orizzonte.
L’acqua del mare si increspa e due grandi cavalli, uno bianco e uno nero, corrono sull’acqua veloci e saltellanti. I due cavalli sono così veloci e leggeri che volano nell’aria e arrivano dai bambini, depositandosi a terra sfiniti come fogli giganti. I bambini increduli e stupiti incominciano a girare attorno e si chiedono cosa possono fare. A Jonathan viene un’idea: prende forbici, colla, fogli colorati, colori e chiama gli amici a raccolta e sottovoce dice qualcosa…
Improvvisamente tutti i bambini cominciano a ritagliare, incollare, disegnare e…

Noah “… il colore nero assorbe i colori!”
Sebastian “… il colore bianco riflette tutti i colori!”
Thomas “… e la pelle assorbe tutte le informazioni dal mondo esterno!”
Francesco “… e la pelle porta fuori le informazioni dall’interno!”
La pelle ha un sotto e un sopra!

Aprire gli occhi al mondo può essere complicato, soprattutto se “l’apertura” non è stata allenata sin dalla giovane età. Partendo dal presupposto che gli occhi dei bambini sono molto più aperti rispetto a quelli dei genitori (e degli adulti in generale) nelle scuole e nei centri ricreativi, nelle palestre e nelle case, le favole, molto spesso, hanno giocato un ruolo fondamentale nella comprensione delle sfumature del mondo. I nostri bambini hanno bisogno di comprensione e di parole ed io, mamma di figli afro-discendenti, ho intercettato qualche tempo fa nelle parole e tra i disegni di mio figlio di 4 anni, un dubbio: “qual è il mio colore? Sono rosa o marrone?” Nel dubbio mi portava a casa autoritratti rosa e marroni, a seconda del giorno o del sentimento di appartenenza provato in quella mattina, senza una guida, ma dovendosi classificare dentro rigidi colori che, siamo sinceri, non rappresentano lui, ma non rappresentano neppure me e nessun’altro ancora.
Oltre al colore, però, la tematica è l’assenza di comprensione da parte delle figure educative, un gap ancora piuttosto accentuato, se ci rendiamo conto che l’Italia, crocevia di culture da sempre, non ha saputo e, ancora oggi, non sa parlare apertamente della ricchezza della diversità negli spazi educativi preposti. Un bambino, si sa, conosce il mondo attraverso il tatto, ama toccare, ama entrare in contatto attraverso la pelle, prima ancora che attraverso le parole. Vede con gli occhi, ma attraverso il contatto, il mondo diventa concreto ed è qui che una guida diventa necessaria, nella comprensione di sé e nella comprensione di sé in rapporto all’altro e al resto del mondo, nella comprensione della diversità. Una diversità che, nel racconto, diventa ricchezza. Noi, gli adulti, abbiamo una grande responsabilità e in questo siamo noi ad accompagnare i nostri “bambini”, le nuove generazioni figlie di questa società, in un percorso di conoscenza di sé e dell’altro; per fare ciò non dobbiamo e non possiamo sottovalutare tutte quelle discipline che richiamano al contatto primordiale con il mondo esterno, discipline come l’Anatomia Esperienziale in Movimento per Bambini, una disciplina caratterizzata da elementi di Yoga, Danza e Ginnastica frutto dell’unione di tali elementi insieme a elementi di arte e anatomia del corpo umano.
Insieme a Rita Valbonesi, creatrice del percorso di Anatomia Esperienziale in Movimento, ci siamo confrontati per poter cercare di capire come applicare l’Anatomia Esperienziale in Movimento per Bambini alla quotidianità di un Centro estivo, dove i bambini, dopo un anno di scuola, cercano di evadere per qualche mese dalla routine, in mesi estivi che, a piccoli passi, conducono a un nuovo anno, a un nuovo inizio, a una crescita mentale e fisica costante. Il progetto di cui parliamo è un nato dall’osservazione del “mondo dei (nostri) piccoli”, ed è nato da un confronto a cuori aperti, in due parole dette a Rita e dal quale tutto è nato. Una favola per bambini che diventa percorso tra mondi, discorso tra “pelli” esploratrici che danzano sotto la pioggia in estate e trasformano ogni stimolo sensoriale in informazione vitale. Rita Valbonesi, profonda conoscitrice di corpi in movimento, è alla continua ricerca di nuovi elementi per comprendere il rapporto tra corpo e stimoli esterni, siano essi frutto della relazione con l’ambiente circostante e della relazione con l’altro. Nel suo progetto di Anatomia Esperienziale in Movimento, ha dato vita a un percorso di lavoro basato su una metafora, su una visione: il corpo è il mondo.
Da questa visione, Rita ha così sviluppato delle attività per bambini, per accompagnarli nella crescita, aiutandoli a conoscere il proprio corpo e il proprio essere, dando spazio alla consapevolezza della propria presenza nel mondo, in un continuo rapporto con l’altro. Conoscere se stessi per relazionarsi col mondo, conoscere se stessi per capire e migliorare il rapporto con l’altro, comprendere l’altro in un rapporto paritario e di crescita continua.


GLI INCONTRI

I INCONTRO
Il corpo dai mille colori
Rivolto a bimbi da 5 ai 10 ann

Sguardo attento a: 
La pelle è di mille colori e ogni pelle
racconta storie fantastiche.
Vivere l’esperienza insieme permette
di creare la propria storia e di ascoltare
quella degli altri.
Alla fine ognuno di noi si porta a casa un “ pezzettino” di pelle di tutti coloro che hanno partecipato all’esperienza.
Sguardo rivolto all’esterno.

 

II INCONTRO
Mondo corporeo
Rivolto a bimbi da 5 ai 10 anni

Sguardo rivolto a:
la pelle è un contenitore e può essere
pensata come un continente.
All’interno ci sono mondi fantastici e magici.Possono essere paragonati a tanti pianeti o comprendere dalla forma e dal contenuto le varie emozioni.
Tutto insieme creiamo un mondo corporeo.Sguardo rivolto all’interno.

III INCONTRO
La pelle sottosopra

Sguardo rivolto a:
il cuore come organo;
il cuore come ritmo, come luogo di espressione di sentimenti ed emozioni;
il cuore pulsante e danzante.
Due colori: bianco e nero.
La ricerca dell’equilibrio e dell’armonia.
La pelle interna e la pelle esterna,
la pelle sotto e la pelle sopra.

Dall’interno mando informazioni verso l’esterno, verso il fuori edall’esterno raccolgo le informazioni e le porto dentro.

I bambini con il loro cuore hanno iniziato dal cuore a “tatuare ” la pelle sotto e sopra.

Proposte pratiche
a) circuito propriocettivo e posturale con stazioni che coinvolgevano proposte sul piede, flessibilità, e destrezza;
b) proposte che stimolano i riflessi per creare giochi che vanno a stimolare il salto;
c) sequenze di movimento per stimolare la coordinazione, la concentrazione e la memoria;
d) sequenze di movimento danzato per educare al ritmo, alla scoperta ed organizzazione dello spazio;
e) proposte a coppie per educare all’ascolto del ritmo, del tempo ecc. di se insieme ad un altro compagno;
f) proposte in gruppo di 4 bimbi che si tengono per mano e si muovono nello spazio; 
g) lezione di yoga - animali- piante- elementi celesti- racconti e fiabe.

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